TENUTE DEL FASANELLA
Sant’Angelo a Fasanella ed il suo territorio circostante rappresentano ciò che si definisce una zona vocata alla viticoltura di qualità. Le condizioni pedoclimatiche e la quasi totale assenza di avversità fitopatologiche permettono una gestione della vigna eco-compatibile e non invasiva, al fine di preservare le sue difese naturali. Dal 2009 infatti, l’intera superficie aziendale è in conversione biologica.
Attualmente la superficie vitata totale è di 9 ettari suddivisa in quattro ettari vitati in Aglianico, due e mezzo in Fiano, mezzo ettaro in Primitivo, un ettaro in Aglianicone e un vigneto sperimentale con Santa Sofia e Mangiaguerra. L’Aglianico ed il Primitivo sono posizionati in zona San Vito Prato, ai piedi di Sant’Angelo a Fasanella, un corpo unico su falso piano esposto a Sud. Ben soleggiato e arieggiato, dunque particolarmente vocato per la produzione di uva a bacca nera. L’Aglianico, in particolar modo, è un vitigno che ha conquistato un largo pubblico di affezionati, grazie alla sua capacità di esprimere – in modi sempre diversi – la sua indole meridionale. Manfredi e Auso, dunque, godono dell’altitudine di questo vigneto, che si trova a 500 metri sul livello del mare. Il Fiano cade, invece, nel Comune di Bellosguardo in zona Visciglina, sul versante opposto rispetto a San Vito. Rivolto verso gli Alburni, il vigneto è ubicato a Nord su una ripida collina. Ricco di calcare, conferisce porosità al suolo e va ad incidere positivamente sulla produzione di Phasis.
SANT'ANGELO A FASANELLA
Il Comune, che sorge alle falde sud-orientali degli Alburni a circa 650 mt sul livello del mare, gode di numerosi boschi di faggio. A contribuire ulteriormente alla bellezza di questo territorio, ci sono i numerosi corsi d’acqua che lo attraversano, originando luoghi di grande fascino, come la Risorgenza dell’Auso: le acque dell’Auso, scaturendo dalla grotta omonima, formano un laghetto artificiale (che alimentava in passato una centrale idroelettrica) e creano una fragorosa cascata alta circa 8 mt e proseguono verso valle in un percorso accidentato di salti e balze, scorrendo sotto un bel ponticello in pietra presso un antico mulino dirupo. Vi è anche un’area attrezzata.
Da vedere la Grotta di San Michele Arcangelo. L’ingresso è costituito da un semplice portale che, alla base dei due stipiti, presenta un leone ed una leonessa di fattura arcaica. All’interno della grotta, oltre alla tomba di Francesco Caracciolo ed al pozzo, si nota una altissima edicola di stile gotico. La cavità più profonda costituisce la cappella, dedicata all’Immacolata, sul cui altare una cornice lignea racchiude una tela databile XVII sec. Sull’altare troneggia la statua in marmo di San Michele Arcangelo.
Da non perdere la Sagra del Vitello montano e dell’olio d’oliva a settembre.
Storia
Il nome Sant’Angelo a Fasanella trae origine dall’unione di Fasanella, antica città distrutta da Federico II di Svevia, con il casale di Sant’Angelo. Il nome Fasanella deriva da “Phasis”, antica città greca e nome di un fiume al confine tra l’Asia Minore e la Colchide.
Nel 1246 la cittadina fu rasa al suolo da Federico II con atto di superiorità per punire Pandolfo Fasanella, al quale furono poi restituiti tutti i suoi possedimenti grazie all’alleanza con Carlo I d’Angiò. Sant’Angelo a Fasanella fu feudo dei San Severino e dei Capece-Galeota; quindi appartenne ai Giovine ed alla potente famiglia dei Caracciolo.
L’animo cittadino arse di grande spirito patriottico nell’Ottocento quando, precorrendo l’Unità d’Italia del 1860, fu proprio il paese ad innescare nel Salernitano la scintilla della rivolta per l’indipendenza.
Folklore e manifestazioni
• Festività del Santo Patrono Michele Arcangelo (8 maggio)
• Festività della Madonna della Pietà (8 settembre)
• Festività di Santa Lucia (11 luglio)
• Sagra del Vitello montano e dell’olio d’oliva (settembre)
Monumenti e bellezze naturali
• Guerriero di Costa Palomba, scultura rupestre del IV sec. a.C. raffigurante un antico guerriero detto “Antece"”, che significa antico o immobile. La scultura emana un fascino indescrivibile che in alcuni momenti della giornata, per un gioco naturale di luci, sembra avvolta da una atmosfera magica
• Grotta di San Michele Arcangelo. L’ingresso è costituito da un semplice portale che, alla base dei due stipiti, presenta un leone ed una leonessa di fattura arcaica. All’interno della grotta, oltre alla tomba di Francesco Caracciolo ed al pozzo, si nota una altissima edicola di stile gotico. La cavità più profonda costituisce la cappella, dedicata all’Immacolata, sul cui altare una cornice lignea racchiude una tela databile XVII sec. Tutto intorno si possono ammirare affreschi trecenteschi e sculture. Sul fondo della grotta si può ammirare, invece, un ricco altare seicentesco fatto costruire, come anche il pozzo ed il pulpito, dall’abate Fabio Caracciolo. Su questo altare troneggia la statua in marmo di San Michele Arcangelo
• Grotta di Frà Gentile, inghiottitoio naturale visitabile per circa 100 mt
• Grava del Fumo, interessante fenomeno di natura carsica
• Boschi di faggio di Terra Forte, Vallone dei Lupi e di Coste della Pinna
• Risorgenza della Frestola, attiva solo in caso di forti piogge, sormontata dall’armonico disegno di un piccolo ponte romano. Negli acquitrini formati dalle acque vivono rari esemplari di anfibi, tra cui l’ululone dal ventre giallo
• Risorgenza dell’Auso: le acque dell’Auso, scaturendo dalla grotta omonima, formano un laghetto artificiale (che alimentava in passato una centrale idroelettrica) e creano una fragorosa cascata alta circa 8 mt e proseguono verso valle in un percorso accidentato di salti e balze, scorrendo sotto un bel ponticello in pietra presso un antico mulino dirupo. Vi è anche un’area attrezzata
• Ruderi di un antico castello e della chiesa di San Pietro
• Chiesa dell’Annunziata
• Chiesa del Nome di Dio
• Ex Monastero delle Carmelitane Scalze. Nell’annessa chiesa si conserva la scultura di Santa Teresa col puttino che le ferisce il cuore del 1757
• Chiesa della Madonna della Montagna
• Chiesa della Madonna delle Pinne
• Chiesa di San Francesco, nella quale si conservano dipinti e sculture di notevole valore artistico
• Chiesa di Santa Maria Maggiore, con portale rinascimentale e portone di legno, opere del 1518, attribuite a Francesco da Sicignano. Si segnalano, per il loro notevole interesse artistico il cassettonato a lacunari, la scultura di San Michele Arcangelo ed il dipinto su tavola tardo-cinquecentesco raffigurante la Vergine del Rosario con i Vincitori di Lepanto.